Open the kingdom
Carla Viparelli
Un mondo nuovo che si dischiude, visionario e seduttivo, ma anche un viaggio nell’intimità del fare arte. C’è una doppia chiave d’accesso per “aprire il regno” di Carla Viparelli, che si concretizza nell’incontro tra una potente capacità pittorica, impeccabile nell’eleganza e nella tecnica, e l’intelligenza applicata all’estetica, che piega le speculazioni del pensiero alla realizzazione concreta di un dipinto. Insomma Carla usa la testa – e l’iperbole ironica, il battito d’ali filosofico, la cura dell’emozione – per incarnare in ogni opera il suo sentire più profondo, dando vita a un percorso creativo che è cortocircuito visivo, ma anche inedito punto di vista più laterale, più surreale. E usa fasci di luce che creano sequenze mobili in una discontinuità spazio-temporale, sottolineando la scelta di un percorso sempre in bilico tra figurativo e non figurativo, tra geometrie impossibili e astrattismo, tra mondo reale e universo onirico. I soggetti ritratti sono radicati nel fantastico eppure appaiono sempre riconoscibili, punti consequenziali di una narrazione che si snoda nell’assenza di un concept preciso: non c’è un punto d’arrivo, eppure la tensione dello sguardo rimane alta, spasmodica, perché l’artista apre le porte del suo sé mettendosi a nudo attraverso immagini sedimentate, appunti del passato, idee cristallizzate nel tempo che tornano prepotenti. Un’operosità del femminile che, particolarmente in questa mostra da 480 Site Specific, si rapporta alle mura domestiche scavando nell’anima della casa e proponendone una lettura mediata proprio dal fare arte. In queste opere, tutte realizzate per l’occasione, l’autrice fonde disegni primigeni, schizzi mai codificati, con tecniche pittoriche di cui ha assoluta padronanza: c’è il manuale che si sposa al digitale con grande armonia, c’è la volatilità della materia, la vicinanza a un sentire intimo che – evviva – è la negazione del mainstream.