Motivi. Perché non Segni, che è un leitmotiv più usuale nell’arte? Il motivo è nel forte legame tra l’opera di Luigi Battisti e la musica contemporanea. La sua opera infatti è una continua evoluzione, dove l’armonia è dettata dal ritmo di sintesi estetica, proprio come in un ideale spartito. “In musica, la tonalità, o centro tonale di una composizione, è affine al piano pittorico del pittore. Determina il grado di udibilità (visibilità), oltre che il timbro (colore)”. Sono considerazioni espresse da Morton Feldman, un compositore statunitense a cui l’artista si è ispirato, che di frequente accompagnava la sua attività compositiva con una serie di riflessioni, spesso dedicate proprio al legame tra musica e pittura. Il progetto «Motivi» nasce leggendo alcune similitudini tra i motivi musicali e i motivi dei tappeti: “Nel momento in cui un compositore mette in note il pensiero musicale su un ictus continuativo, è già all’opera una qualche griglia, come quando si usa il righello. La musica e il disegno o lo schema ripetuto dei tappeti hanno molto in comune”. Un’altra riflessione di Feldman, che, oltre ad analizzare le correlazioni tra musica e pittura, ci dimostra come fosse fortemente attratto anche dalla struttura dei tappeti, dalla connessione tra musica, disegno e il loro schema figurativo. È noto tra l’altro che era anche un appassionato collezionista di tappeti anatolici. Il progetto «Motivi» di Luigi Battisti prende soprattutto spunto dall’osservazione di antichi tappeti tibetani, i cui elementi visivi propongono trame formali molte volte astratte e non solo genericamente simmetriche. L’artista non li riprende in modo filologico, ma rielabora alcuni particolari in senso formale, creando nuove linee e modificandone i rapporti. Li frantuma, li ricompone e li reinterpreta in nuove forme esplose sulle tele tramite nuove stesure cromatiche.